Si ritorna a scuola e ricominciano le file per le iscrizioni, i possibili sconti sui prezzi delle forniture scolastiche (per 135 scolari), la scelta delle scuole: private (quasi sempre di orientamento religioso) o pubbliche (sempre di disorientamento).
La scuola privata, con tasse molto care, con un livello medio o medio alto di didattica e con degli insegnanti discretamente preparati.
La scuola pubblica, con tassa di iscrizione e contributo per gli insegnanti, con classi che “accolgono” fino a 70 alunni, insegnanti insufficienti alla domanda e la maggior parte quasi incapaci, con strutture spesso fatiscenti.
E poi centinaia e centinaia di quaderni, penne, compassi, matite, gomme…..
Non esistono libri per cui gli scolari devono riempire migliaia di fogli con annotazioni varie.
E poi mi chiedo se é proprio vero “l’ éducation pour tous”. Slogan roboante durante le conferenze tenute dai vari professori e funzionari del ministero competente. Rumore assordante per chiedere fondi che raggiungono cifre enormi in nome dello sviluppo del sistema scolastico ………
E poi capisci che chi per esempio ha superato l’esame di licenza media non puo’ iscriversi ai corsi superiori della scuola pubblica perché non ha una media “alta”. Insomma tu studente sei stato promosso ma non puoi più continuare perché occorre fare una selezione “ meritocratica” a causa dell’ insufficienza delle classi e degli insegnanti; ti attacchi al tram e, credo io, devi sottometterti alle scelte della scuola considerando anche probabili raccomandazioni.
Insomma o hai i soldi per la scuola privata, livello liceo o professionale o nisba! Evviva l’éducation pour tous.
E tutto questo accade senza che nessuno abbia qualche cosa da obiettare: né le associazioni umanitarie, né la chiesa, né i genitori, né gli insegnanti…….NESSUNO!!!!!
Sono indignato !!!!
Circa due anni fa avevo proposto una riformulazione della piattaforma che unisce le varie associazioni umanitarie presenti a Fianarantsoa. Questa piattaforma nel mio intento non avrebbe dovuto essere un percorso preferenziale per una singola associazione (ogni associazione ha i suoi canali di finanziamento: privati, religiosi, statali o altro), ma un’ istanza collettiva che prendesse in carico le ingiustizie e le discriminazioni di carattere sociale e non solo. Insomma una rappresentanza, valorizzata dal lavoro sul campo, degli emarginati, dei poveri o estremamente poveri. Insomma un’ istanza che non garantisse cio’ che le singole associazioni garantiscono già, ma una presenza di denunzia sul sociale. E’ stata invece intesa come vetrina di qualche associazione più “importante” e forse anche come percorso preferenziale per la richiesta di finanziamenti.
Chiaramente il mio intento é fallito… Ma non fa niente, evidentemente non era ancora il momento giusto.
Fianarantsoa, 6/9/2023
Toni Vasco