di Giulia Perucca
Dopo quasi nove mesi di servizio civile ecco che iniziano inevitabilmente a finire alcune cose cominciate in questa esperienza, giugno è il mese di lavoro finale nell’attività sui mandala che abbiamo portato avanti da gennaio ad oggi. Cinque scuole primarie sono state coinvolte in questo progetto per un totale di circa 115 bambini.
Fino a qui potrebbe tranquillamente essere il resoconto di un qualcosa che si è fatto in Italia ma essendo in Madagascar sicuramente la proposta di un’attività artistica sui mandala è risultata molto più particolare. Per chi non li conoscesse sono dei simboli con una tradizione antichissima che arriva dal Tibet e si costituisce di un diagramma circolare che associa diverse figure geometriche, punti, linee ma anche disegni. Inoltre il disegno stesso riveste significato spirituale e rituale in alcune religioni.
Sicuramente qui nessuno dei bambini, ma nemmeno insegnanti e direttrici, ne aveva mai sentito parlare. L’idea è stata accolta con curiosità e approvazione, c’è stato dato un giorno a settimana e un’aula a disposizione (potrebbe sembrare una cosa banale averne una, ma qui non lo è per niente dato il numero altissimo di studenti sia nella scuola, tanto da dividersi mattina e pomeriggio, sia per classe con anche 50 bambini e una sola maestra); avevamo chiesto di scegliere alcuni bambini delle varie sezioni, che avevamo notato per una predisposizione o una qualche vena artistica e devo dire che in alcune scuole questo è stato fatto, e mi sono trovata a stupirmi ogni volta per la bravura nel disegno, ma anche per la fantasia!
Abbiamo strutturato questa esperienza insieme partendo da disegni singoli per poi passare a lavorare a due sullo stesso foglio, e infine ci siamo soffermati sul fare un unico disegno in quattro, quest’ultima è stata sicuramente la parte più bella. Ogni bambino ha sempre avuto il suo quarto di foglio in cui lavorare senza oltrepassare questi margini, abbiamo cercato di far capire l’importanza di rispettare il proprio spazio ma soprattutto quello dell’altro (chissà che non possa essere più facile farlo anche nella vita di ogni giorno!), ma comunque lavorando insieme per creare qualcosa di unico.
Ognuno ha cercato a modo suo di impegnarsi per dare simmetria al disegno e al colore, quest’ultimo è stato una sorpresa per molti bambini che si sono trovati oltre ad utilizzare pastelli e pastelli a cera, anche acquerelli e tempere che non avevano mai utilizzato!
Alcuni mandala hanno avuto temi precisi, altri meno in modo da lasciare libero spazio all’immaginazione di ognuno, ci sono state spolverate di matematica e geometria tra piccoli calcoli, diagonali, circonferenze, forme geometriche.
C’è stato un continuo venirsi incontro per capirsi tra francese e malgascio e in questo senso ci sono stati sforzi da entrambe le parti. Certo ci sono state anche difficoltà nell’organizzazione degli appuntamenti, nelle telefonate per confermarli ogni volta per non rischiare di arrivare e scoprire che i bambini non erano stati avvisati (ebbene si è successo anche questo!), c’è stata tanta pazienza, ma in ogni caso questa esperienza nelle scuole è stata per me una scoperta.
Adesso che siamo in dirittura d’arrivo mi trovo già con un po’ di nostalgia per il tempo passato con i bambini che ho avuto la fortuna di conoscere e seguire in questi mesi fino ad oggi dove la nostra esperienza si conclude con cinque ultimi incontri finali dove stiamo disegnando e colorando con colori ad olio un grande mandala che rimarrà affisso in ogni scuola.
Abbiamo scelto un sole, in malgascio “masoandro”, letteralmente l’occhio del giorno, e mi auguro che questi bambini possano conservare un bel ricordo di questa esperienza attraverso questo sole che rimarrà nelle loro scuole e al tempo stesso spero che la sua presenza sia solo l’inizio per l’associazione Omeo Bon Bon e l’altra associazione coinvolta per continuare a lavorare insieme alle scuole del territorio, per provare ancora a creare qualcosa di bello e duraturo nel tempo, per portare idee nuove e per vedere modi diversi per fare le cose, chissà!
Intanto io conserverò il ricordo di questi mesi, le risate per una riga storta, le danze sul posto appena si sentiva un po’ di musica, la concentrazione, le posizioni più assurde per disegnare su dei banchi talmente rovinati e pieni di buchi, i mandala trovati in natura, la curiosità dei bambini che si affacciavano alle finestre dall’esterno per vedere cosa facevano i loro compagni, le tempere sulla faccia, la partecipazione delle maestre, le accoglienze festose, i ringraziamenti e come sempre la cosa più bella, i sorrisi, magari proprio come quello un po’ timido del nostro sole.
Giulia Perucca